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Intervista con Lara Iacovini

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view post Posted on 30/9/2011, 11:00
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Intervista con Lara Iacovini

Di Andrea Turetta

Dal 20 luglio è disponibile, su iTunes e negli altri digital store, “’SWONDERFUL” (Abeat Records) il nuovo disco della cantante bresciana LARA IACOVINI. Insieme a lei sul disco suonano Riccardo Fioravanti (contrabbasso), Andrea Dulbecco (vibrafono) e Francesco D’Auria (percussioni). Partecipano, inoltre, come ospiti d’eccezione Alessio Menconi (chitarra), Massimo Colombo (piano, rhodes & synth), Giulio Visibelli (sax soprano, flauto) e DJ Skizo, presente nell’innovativo remix dance di “I got rhythm”. Il disco “’S WONDERFUL”, ideato ed arrangiato da Riccardo Fioravanti, è ispirato ai classici di Stevie Wonder e George Gershwin. Abbiamo incontrato per l’occasione, questa brava artista…

E’ uscito il tuo terzo album. Un disco ispirato a due grandi autori come Stevie Wonder e George Gershwin, due artisti che potevano essere particolarmente sulle tue corde?
Decisamente sì. Ascolto entrambi da quando ero bambina: Wonder è in assoluto, il mio artista pop preferito e Gershwin, ha composto melodie intramontabili che hanno dato un contributo fondamentale alla storia del Jazz; insomma, due pilastri della musica del ‘900.

E’ stato complicato riadattare i brani dei due artisti?
E’ stata impegnativa la gestazione del progetto, in quanto ha richiesto diverso tempo per la scelta di quanti e quali brani rappresentativi dei due artisti scegliere. Entrambi hanno una vasta produzione e il rischio era di perdersi. Poi però seguendo il feeling e aiutati dalla razionalità, le idee hanno iniziato a delinearsi sempre più chiaramente verso alcuni brani. Per Riccardo (Fioravanti), direttore artistico del progetto, un punto doveva restare fermo: lo scambio degli stili tra i due artisti. Molte idee, al riguardo, sono nate proprio in studio anche con l’aiuto di Francesco (D’Auria) che, in quanto a ritmo, ha mille risorse.

Importante dev’essere stato quindi l’apporto dato dai musicisti che ti hanno accompagnata in questa nuova avventura artistica…
Come ho già accennato, senz’altro. Con Riccardo Fioravanti ho un’intesa artistica particolare, dal momento che abbiamo realizzato due progetti insieme. Ma tutti coloro con cui ho lavorato ho avuto esperienze positive.
Francesco D’Auria è un fantasista del ritmo, elemento al quale abbiamo dato molto rilievo per caratterizzare lo stile del progetto. ( “I got rhythm” e “Fascinating rhythm”).
E che dire di Andrea Dulbecco? Gusto e classe inconfondibili sono i primi attributi che lo caratterizzano.
Ringrazio anche nostri special guest per il loro prezioso contributo: Giulio Visibelli al sax, l’amico carissimo Massimo Colombo al pianoforte ed Alessio Menconi alla chitarra.

larettiacoa



Stevie Wonder e George Gershwin, sembrerebbero a prima vista, due artisti dalle sonorità e stili differenti, com’è quindi nata l’idea di “sposare” le canzoni dei due?
L’idea nasce da una forte passione per due grandi artisti del ‘900: George Gershwin e Stevie Wonder; nasce dal desiderio di immaginare un incontro tra loro, durante il quale essi si scambiano stile, idee, modi di interpretare, mantenendo però quella linea comune, che per noi è stata il trait-d’union del progetto: il gusto jazzistico.

Tre album all’attivo sono un notevole bagaglio di esperienza. Ora è più agevole affrontare le canzoni da interpretare di volta in volta o è una cosa complicata e magari sofferta?
Sofferta non direi, ma è chiaro che devi lavorare, pensare, e trovare la giusta ispirazione per interpretare qualsiasi brano. Non sempre il tutto avviene al primo tentativo: le idee arrivano anche mentre provi, e spesso anche con l’aiuto dei tuoi compagni di viaggio. Poi ci sono le “illuminazioni”: decidi una linea e ne sei più che sicuro.

Spesso si dice che la donna nel mondo del lavoro viene in parte ostacolata da un mondo con una visione ancor maschilista… Nel mondo della musica trovi ci sia difficoltà a raggiungere un rapporto paritario?
Secondo me, il rapporto paritario non è un problema legato a una reminiscenza maschilista, ma alla questione, musicisti – cantanti. Nelle grandi orchestre nere degli anni Venti e Trenta, le cantanti erano integrate in formazioni totalmente maschili. Il problema è nato quando i musicisti si sono trovati di fronte ad interpreti (sia maschili che femminili) senza preparazione musicale. Oggi non è più così, e comunque le cose stanno cambiando notevolmente in questo senso, ma il pregiudizio è difficile da estirpare. Resta certo, però, che un cantante, uomo o donna che sia, deve essere prima di tutto anche musicista.

Oggi c’è la tendenza a dare valore all’apparenza più che alla sostanza. C’è da essere fiduciosi a che le cose tornino su binari più equilibrati?
Siamo in molti ad augurarcelo, ma temo non sia una traguardo immediato. Siamo travolti da messaggi che esaltano il successo facile, legato ad una prestante apparenza fisica, a qualche fugace apparizione in tv, meglio se arricchita dal sapore dello scandalo, senza nessuna reale competenza in qualche campo. E così, come delle meteore, molti “personaggi” compiono il loro breve percorso nel mondo del successo per poi ricadere in un impietoso silenzio.
Per fortuna questa non è la regola.

iacoswonder


Da alcuni anni il mondo della musica vive degli stravolgimenti notevoli… a cosa pensi ci condurrà questa sorta di rivoluzione?
Che ci piaccia o no, con il web dobbiamo rapportarci, (penso tu stia parlando di questo) Oggi è impensabile produrre musica con una distribuzione prettamente “materiale”. Prima ancora dei grandi stores o dei negozi, il disco può essere scaricato (talvolta gratuitamente) dai siti internet, o perfino acquistato dalle mani di venditori ambulanti abusivi. Non credo sia opportuno assumere un atteggiamento anacronistico nei confronti di questa realtà. Il web può essere un ottimo mezzo di diffusione della musica: ha il vantaggio di arrivare ovunque e velocemente. Certo serve una regolamentazione più controllata, per lo meno da noi.
E’ anche vero che un disco è come un buon libro: il piacere di poterlo avere tra le mani è insostituibile

Oggi, per decidere di intraprendere la carriera musicale, bisogna essere spinti da una grande passione. Non si può più dire che chi decide di fare il cantante lo faccia per denaro… teoricamente, ciò dovrebbe favorire gli artisti che hanno davvero qualcosa da dire…
Hai detto bene, “teoricamente”. Purtroppo non è sempre così. Sono convinta, però, che chi crede fermamente in ciò che fa e persevera nel proprio scopo, può raggiungere risultati più che soddisfacenti. Il talento e la costanza, alla fine, premiano.

Ti sei fatta un’idea di quale tipologia di pubblico ti segue?
Credo, un pubblico che ama senz’altro il jazz, ma che non è un purista del genere. Ho studiato musica classica, ho cantato il pop e il funky e questo mi ha aperto la mente. Se non avessi seguito questo percorso, non avrei potuto progettare una rilettura di Gershwin e Wonder, nei termini in cui è stata realizzata. Il pubblico che viene ai miei concerti non è esclusivamente amante del jazz, ma questo per me è positivo: significa che riesco – riusciamo a coinvolgere un più ampio spettro di ascoltatori.

Per chiudere, c’è qualche suggerimento che ti sentiresti di dare a chi desidera seguire una carriera di tipo artistico-musicale?
Poche parole, sempre che alla base vi sia un’autentica passione, però: impegno, fiducia in se stessi, pazienza, pazienza, desiderio di apprendere sempre con umiltà, coraggio e, ultimo ma non meno importante, voglia divertirsi con la propria arte.

Sito dell’artista:
www.laraiacovini.it

www.abeatrecords.com

www.paroleedintorni.it
 
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